20 ottobre 2022

Un gruppetto consolidato di amici, tutti curiosi, interessati, con tanta voglia di scoprire posti nuovi, e di stare in compagnia. Cosa volere di più?

Oggi si parte per le prime propaggini dell’Emilia, in provincia di Piacenza e di Parma.

La prima tappa è Castell’Arquato, un borgo medioevale di cui avevo sentito parlare, e bene, molte volte, ma che non conoscevo.

Lasciata l’autostrada, ci siamo inoltrati nella pianura più pianura che mai finchè, all’improvviso, una collina compare di fronte a noi e lì sopra, ben arroccato, ecco Castell’Arquato.

Lasciamo l’automobile e ci avviamo a piedi verso la rocca e il centro storico medioevale:  subito ci appare un borgo molto ben conservato, attento a conservare quello che è stata la sua storia, e a valorizzare i piccoli grandi gioielli che mette in mostra.

Incontriamo subito una chiesetta, l’Oratorio di San Pietro, eretta nel 1594, con un bellissimo portale d’ingresso in cotto a motivi floreali.

L’interno è inconsueto, spoglio, privo di affreschi e quadri, e non presenta il solito ritmo parallelo a cui siamo abituati, ma sorprende con il maestoso monumento funebre dedicato a Sforza Sforza di Santa Fiora.

Proseguiamo fino alla classica porta di ingresso, aperta sotto una costruzione civile che, leggiamo, è oggi di proprietà privata, ed è stata rifatta due secoli fa. Sotto l’arco, un affresco che ritrae San Giorgio e il drago.  Entriamo così ufficialmente nel centro storico, che non fa eccezione dalla tradizione: strade acciottolate, vicoletti arrampicati, tante chiese, case semplici e palazzi sontuosi.

In pochi passi raggiungiamo la Rocca Viscontea, e la piazza principale, bella e ariosa

La vegetazione, lussureggiante e molto curata, comincia a virare, nei colori, verso l’autunno, quasi volesse porsi in armonia con il castello, costruito in mattoni. Una bella terrazza panoramica apre la vista verso il fiume Arda, che corre in pianura, e ci conduce verso la Collegiata

La Collegiata, grande e austera, pare sia stata fondata poco prima dell’anno 1000, ovviamente con successivi rimaneggiamenti e restauri, l’ultimo dei quali è stato fatto all’inizio del secolo scorso.

L’interno è romanico, pulito, semplice, con pilastri dai bei capitelli in pietra scolpiti con figure umane o di animali, così come l’altare e il leggio.

In mezzo a questo ordine, si differenziano la cappella dedicata a San Giuseppe per ringraziamento dopo una pestilenza, vistosamente barocca, e la splendida cappella intitolata a Santa Caterina d’Alessandria, con una corona di affreschi del XV secolo relativi alla vita e alla passione di Gesù, davvero toccanti per bellezza e intensità

Proseguiamo il nostro giro, e ci fermiamo davanti alla casa di Luigi Illica, per me illustre sconosciuto, almeno fino a questo momento, ma librettista di grande talento: si devono a lui i testi di molte opere famose, tra cui La Bohème, Tosca, Madame Butterfly, insieme a Giuseppe Giacosa.

Lasciamo Castell’Arquato con la consapevolezza di avergli dedicato, forse, un po’ poco tempo, ma è ormai ora di pranzo: ci fermiamo allo storico ristorante Faccini, ottimo cibo e salumi indimenticabili

La giornata continua e ci avviamo verso Parma, a Fontanellato. Qui esiste, da molti anni, il Labirinto della Masone, un vero labirinto – parco culturale all’aperto voluto da Franco Maria Ricci, delimitato da un fitto bosco di bambù giapponese, “dove perdersi, fantasticare e riflettere”.

E così facciamo. Dopo qualche attimo di smarrimento, ci inoltriamo tra i corridoi verdi, alcuni coperti dalla vegetazione, ma non è difficile capire, grazie anche ai punti di riferimento sparsi qua e là, come muoversi e dove avviarsi per non perdersi. Una sensazione di essere sempre nello stesso punto, e sempre in un punto diverso, delicata metafora delle inevitabili sorprese, spesso belle, che ci sono destinate

Dopo la passeggiata all’aperto, altrettanto bella, interessante e ricca è la collezione privata, con dipinti e sculture che attraversano tutte le epoche, dal medioevo in avanti, fino ai dipinti naif di Antonio Ligabue, un busto femminile del Canova, un famoso ritratto di Hayez, una collezione di ritratti di Tullio Pericoli.

In parallelo, la mostra “Seriche armature”, capolavori di design e alto artigianato sartoriale dello stilista Roberto Capucci

Infine, le curiose e spiritose tavole del Codex Seraphinianus di Luigi Serafini

Una giornata bellissima!