5 – 6 Settembre 2011
5 settembre – Atterriamo puntuali da Linate all’aeroporto Kastrup, poi con un comodo treno arriviamo in città. L’albergo, Scandic Palace Hotel, è sulla piazza del Comune, Radhuspladsen, ma soprattutto è astutamente vicino alla stazione, e all’estremità delle strade che portano in centro, Così possiamo liberarci presto delle valigie e iniziate l’esplorazione di Copenhagen. L’hotel è molto lussuoso e panoramico, possiamo così dare una prima occhiata ai tetti della città. Inoltre, in perfetto stile scandinavo, la stanza ci accoglie con un bel cestino per i rifiuti impostato per ricevere la raccolta differenziata.
Di fronte all’hotel sorgono i giardini Tivoli, all’interno dei quali c’è un grande luna park (che non ci interessa). Più interessanti le statue sulla piazza, con i suonatori di corno dall’aspetto decisamente vichingo, la fontana del drago, la statua di Hans Christian Andersen e soprattutto un curioso termometro sormontato da due immagini femminili, una con l’ombrello, l’altra in bicicletta. A seconda delle previsioni del tempo, le due “signore” si affacciano o si ritirano. Anche Copenhagen è una città dove, nonostante le temperature e l’umidità, le biciclette sono diffusissime.
Imbocchiamo subito lo Strᴓget, la strada pedonale più famosa di Copenhagen, sia per lo shopping che per incrociare e unire i punti più belli. In realtà la definizione di Strᴓget riguarda tutto il lungo percorso di quasi due chilometri, diviso in tratti con denominazioni precise. Iniziamo da Frederiksberggade, primo tratto ricco di negozi curiosi. Tra tutti, vale la pena di ricordare Lego, per le sue costruzioni davvero geniali, e le Sorelle Grene per i deliziosi accessori per la casa. La sede dei magazzini H&M è un esempio interessante di art nouveau danese.
Raggiungiamo Gammeltorv, la piazza vecchia, caratterizzata dalla Fontana della Carità, ma per me più interessante per il razionale palazzo progettato dal famoso architetto Arne Jacobsen; immediatamente adiacente c’è Nytorv, ovvero la piazza nuova. Tutta la passeggiata è comunque resa interessante dagli edifici storici e patrizi che si affacciano sul percorso, tutti accomunati dallo stile razionale e nordico.
La passeggiata, purtroppo disturbata dal tempo un po’ piovoso, prosegue fino ad Amagertorv, decorata da un’altra bellissima fontana con tre maestose cicogne in bronzo. In realtà pare siano aironi, ma i danesi amano molto le cicogne e quindi preferiscono credere che siano loro gli uccelli rappresentati. La piazza è splendida, un ampio slargo circondato da palazzi del 1600 e del 1700, tra i quali si distingue la sede delle porcellane Royal Copenhagen. E’ doveroso fare un acquisto.
L’ultimo tratto prima di raggiungere la zona del porto è denominato Ostergade. Qui sorge la chiesa sconsacrata dedicata a San Nicola: ha origini antichissime, medievali, ma un incendio l’ha praticamente distrutta del tutto ed è stata ricostruita in più riprese.
Oggi è sede di eventi ed esposizioni. E’ in questo tratto che incontriamo una pattuglia di guardie reali, con il caratteristico colbacco, reduci dal quotidiano cambio della guardia.
Siamo finalmente a Nyhavn, la vivace e colorata zona del porto, con un continuo via vai di barche e le allegre facciate delle case che si specchiano nell’acqua. Ci regaliamo subito uno spuntino a base di smorrenbrod, il tipico pane integrale danese.
Riprendiamo il percorso e incontriamo Amalienborg, residenza reale: si tratta di quattro armoniose costruzioni del 1700 che si affacciano su una enorme piazza ottagonale. L’insieme è davvero molto elegante e ci fermiamo un po’ ad ammirarlo. Attraverso i giardini reali raggiungiamo il mare, il tipico mare nordico placido come un lago. E proseguiamo la passeggiata fino a incontrare la famosa Sirenetta. Questo personaggio, che da lontano sembra essere il simbolo della città, in realtà si rivela una piccola statua abbastanza insignificante sistemata su uno scoglio, in un angolo un po’ estremo della città.
Il percorso stesso ci conduce al Kastellet, ovvero quanto resta di un’area fortificata messa, nel lontano 1600, a difesa della città, dal mare. Oggi l’area mantiene la sua forma pentagonale, e si cammina sui prati, in mezzo al verde, respirando l’aria placida del mare vicino, che alle volte si insinua tra la vegetazione. All’interno, alcuni edifici originali e l’ultimo mulino a vento di Copenhagen.
Appena lasciato il Kastellet, e rientrando verso il centro della città, si attraversa il quartiere Nyboder, eretto nel XVII secolo nel piano di espansione della città, e voluto dal re Cristiano IV per il personale della Marina. Le case sono molto particolari, evidentemente mantengono le caratteristiche originali, e si alternano a spaziosi capannoni. Tutto il quartiere è nello stesso tempo vivo, ma molto tranquillo, con biciclette disinvoltamente in attesa del proprietario, piante e rami fioriti che si arrampicano sulle facciate, ampie finestre spalancate alla luce.
Accompagnati dal verde diffuso raggiungiamo l’ampia area di Rosenborg Slot. E’ un austero castello in stile rinascimentale olandese, costruito nella prima metà del 1600, e poi ampliato e rimaneggiato, circondato da un parco lussureggiante. Custodisce i gioielli della corona; noi decidiamo di non visitare l’interno, ma di approfittare dello spazio esterno, con i giardini e lo storico fossato.
Poco lontano ci aspetta la Rundetaarn, uno dei simboli della città. Anch’essa nata nel XVII secolo per volere del re Cristiano IV, presenta tutt’ora la bellissima rampa elicoidale con il pavimento in mattoni, grazie alla quale raggiungiamo la cima della torre. Il panorama è aperto su tutta la città, sebbene l’altezza non sia così elevata. I tetti rossi si alternano alle cupole in rame, ormai verde per l’ossidazione, oltre a qualche costruzione più moderna e squadrata. Copenhagen non è, da qui, una città suggestiva.
Praticamente proseguo della Rundetaarn è la Trinitatis Kirke, con una accogliente facciata in mattoni rossi e un interno gotico, molto solenne, dove le navate sono scandite da bianche colonne e le numerose finestre assicurano una bella luce diffusa. Sull’altare barocco una statua del Cristo guarda i fedeli da una nicchia, dietro una bellissima cancellata in ferro battuto. Nella facciata di fronte, un imponente organo barocco, e al soffitto splendidi lampadari del XVIII secolo.
Ci allunghiamo fino al sobrio ma imponente palazzo di Charlottensborg e diamo una prima occhiata all’area dei musei, in attesa di visitarla meglio domani. E’ ora di cena e scegliamo un ristorante con cucina rigorosamente danese. Prima di rientrare in albergo ci fermiamo a salutare Hans Christian Andersen, comodamente seduto in piazza.
6 settembre – Dopo un’ottima colazione, attraversiamo il canale e ci avviamo verso Slotsholmen, l’isola dove sorgono i principali musei e alcuni dei palazzi più belli della città. Gli ampi spazi aperti contribuiscono a mitigare l’aspetto maestoso e un po’ severo di queste costruzioni, peraltro tutte di forte equilibrio architettonico e spesso ingentilite da cupole e torrette molto graziose. Alcuni palazzi ricordano lo stile olandese, e tra tutti il più interessante e curioso è quello della Borsa (Borsen), uno dei più antichi e pregevoli della città. Ha una riconoscibile torretta a spirale che lo rende anche molto simpatico, e diventa un riferimento per orientarsi in città. Incontriamo anche vecchie case in mattoni e legno, sicuramente meno preziose, ma altrettanto interessanti. In quest’area sorge il castello di Christiansborg, riferimento molto significativo in quanto sorge dove, nel 1167, venne eretta la fortezza che ha rappresentato il nucleo fondativo di Copenhagen.
Tutta l’area è davvero bella ed elegante, e ammirandola piano piano ci portiamo ancora una volta a Nyhavn, per fare in barca un giro delle isole e del porto.
La prospettiva dall’acqua è sempre coinvolgente, e abbiamo la fortuna di avere una giovane guida italiana, che ci spiega tutto senza, da parte nostra, la fatica della traduzione. Lasciamo il canale in mezzo alle imbarcazioni a vela, mentre da terra ci guardano i colorati palazzi, alti e stretti, che si specchiano nell’acqua. Rivediamo Slotsholmen da una prospettiva diversa, mentre sulla riva si alternano abitazioni tradizionali e altre molto moderne, costruzioni avveniristiche, magazzini. Fronteggiamo Christiania, l’area colonizzata nel 1971 da un gruppo hippy, che per molto tempo ha mantenuto il suo valore sociale e oggi si avvia a una pacifica integrazione, osserviamo le costruzioni e gli strumenti indispensabili all’interno di un porto, costeggiamo Amalienborg, davvero regale da questa prospettiva, ci allontaniamo verso il mare aperto per rivedere la Sirenetta, mettiamo a fuoco la posizione dl famoso ristorante Noma, il migliore del mondo, e ci godiamo il panorama di una città totalmente protesa sull’acqua. Se i palazzi nuovi sono rigorosi parallelepipedi in vetro e cemento, quelli antichi non finiscono di farsi ammirare per le loro proporzioni, alti e stretti, le forme tondeggianti dei tetti, le facciate in mattoni o in sgargianti colori pastello. Il giro si completa con un tour nei canali del centro, per un’ulteriore immagine della città.
E’ la settimana del design, quindi decidiamo di visitare una mostra dedicata alle nuove idee danesi. “Can design save the world? No, but it can help”, così si presenta l’esposizione di oggetti e arredi di chiaro spirito scandinavo, pulito e lineare.
Rientriamo verso l’hotel e scegliamo, per cena, il Brewpub, una fabbrica di birra, tranquilla e deliziosa. Ci resta il tempo per un ultima occhiata a Radhuspladsen, dove è iniziato, e ora finisce, il nostro breve, intenso viaggio a Copenhagen.
22 Maggio 2016 alle 16:40
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anita
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